Cosa accade quando una giovane mamma muore lasciando da soli i suoi bimbi e come atto di gentilezza le viene concessa l’opportunità quella di donare alla sua bambina delle caramelle magiche che la faranno invecchiare o ringiovanire a suo piacimento?
Tecnicamente ben poco, solo che la storia è tra le mani del Dio dei manga e quindi vale la pena di leggerla e parlarne.
Per il progetto Girls talk Comics, il club di lettura mio e di Aphrodite Urania dedicato ai fumetti, oggi parliamo di Melmo – I bonbon magici di Lilly di Osamu Tezuka, edito in Italia da J-Pop nella collana Osamushi al prezzo di 12€.
Questo volume unico che raccoglie tutti e 19 i capitoli della storia è stato pubblicato per la prima volta in Giappone negli anni 70 con il titolo Fushigi na Melmo (letteralmente Meravigliosa Melmo) sulla rivista Shougaku Ichinense di Shogakukan ed era chiaramente indirizzato a un pubblico estremamente giovane. La fama in Italia è dovuta alla trasposizione animata, dal titolo I bonbon magici di Lilly (titolo che è stato riportato anche dalla casa editrice milanese probabilmente anche per strizzare l’occhio a un pubblico nostalgico) andata in onda negli anni ’80 e di cui ammetto non avere alcun ricordo ma che, per chi fosse interessato, si può recuperare in DVD purtroppo a prezzi astronomici.
Ma di cosa parla in realtà Melmo? È difficile rispondere a questa domanda perché se escludiamo il primo episodio, dal titolo I bonbon magici, che dà inizio alla storia con la morte della giovane madre e il dono delle magiche caramelle alla piccola Melmo non vi è una vera trama verticale ma un susseguirsi di episodi che vedono la bambina nelle situazioni più disparate che sfrutta il potere ricevuto né più né meno come farebbe una bambina di nove anni.
Quale sarà l’istinto di una bambina quando sentirà la mancanza di sua madre e grazie alle caramelle rosse può tornare a essere una neonata, se non quello di mangiarne una e cercare un po’ di affetto che le manca? Cosa farà una bimba se non mangiare qualche caramella blu per fingere di essere sua zia che va a vederla nel classico festival dello sport delle scuole giapponesi?
È palese e insito nella struttura della storia che Melmo non sempre sarà in grado di controllare gli effetti dei bonbon e si creeranno, spesso e volentieri, situazioni al limite dell’assurdo che verranno risolte in modo che a un occhio molto giovane possa sembrare geniale e che all’occhio adulto, sicuramente più disilluso, potranno sembrare in parte deficitarie.
A parte un assolutamente personale poco amore per il carattere della protagonista, a mio modesto (e assolutamente sindacabile) parere il più grande difetto di Melmo è proprio questo, una costruzione così semplice, così lineare e comprensibile (tanto che i dialoghi sono semplici, spesso brevi e in alcuni momenti ciò che accade potrebbe essere chiaro anche a un bambino ancora non in grado di leggere) che un pubblico adulto non riesce a concedersi totalmente alla sospensione dell’incredulità. Più volte nel corso della lettura mi sono chiesta perché nessuno intervenisse a risolvere la situazione di questi bambini, perché Melmo usasse in maniera spregiudicata i bonbon, assolutamente non curante del fatto che qualcuno la potesse scoprire. Solo in un episodio una zia tenta di portar via le magiche caramelle alla bambina, ma lo vuole fare solo per il suo tornaconto personale, non si chiede cosa ci sia dietro. E soprattutto la domanda era, ma queste caramelle diminuiscono, poi aumentano, poi sembrano finire e non finiscono mai. Insomma, la persona giusta con lo spirito giusto per leggere qualcosa che va avanti un po’ come una fiaba con un inizio ma senza un vero finale. Possiamo immaginare che Melmo userà le sue caramelle magiche finché ne sentirà la necessità e su di lei e sui suoi fratellini continuerà a vegliare dal paradiso la per sempre giovane madre.
Questa critica non vuole affatto sminuire quello che può essere il valore dell’opera che comunque viaggia spedita verso il mezzo secolo di età e che non ha perso in freschezza e credo possa essere valida per il pubblico per cui è stata pensata.
Nel volume è presente inoltra una storia lunga dal titolo Le avventure di Rubi (Bouken Rubi, storia del 1969 raccolta negli anni ’90 da Kodansha in un volume unico) anche questa chiaramente indirizzata a un pubblico di bambini in età scolare di taglio però più fantascientifico. Soprattutto al giorno d’oggi, in cui i supereroi la fanno da padrone anche nel campo del merchandise e delle opere per l’infanzia, tutti i bambini sognano di poter indossare la tuta e salvare il mondo dalla minaccia malvagia che solitamente proviene dallo spazio.
In questo caso Rubi più che una tuta indossa un casco che gli conferirà abilità sovrumane e, insieme alla sua inizialmente riluttante compagna di avventure Kuriko, devono salvare il pianeta della terra dalla minaccia chiamata Zonda, mostro dalle fattezze che ricordano un’enorme rana pescatrice. I due viaggeranno attraverso lo spazio e, come nelle più classiche avventure, dovranno affrontare diverse prove che metteranno alla prova la loro intesa e le loro qualità, per renderli finalmente in grado di affrontare il vero cattivo della storia.
Come detto prima anche in questo caso ci troviamo di fronte a una storia chiaramente destinata a un pubblico molto giovane che, a differenza di Melmo, ha però un inizio e una fine. Sta a voi, se siete rimasti incuriositi scoprire se Rubi e Kuriko riusciranno a sconfiggere Zonda e come verrà accolta la loro eventuale impresa.
In ogni caso, entrambe le storie si fanno portatrice di messaggi che per quanto possano sembrare scontati per noi adulti sono importanti per i bambini. Non può che far loro bene leggere storie semplici ma scritte e disegnate con cura e pensate appositamente per loro anche senza molte delle sovrastrutture e gli schemi che caratterizzano molte delle opere odierne.
Questo non era il mio primo approccio al Dio dei Manga, ho letto parte di Black Jack e de La Fenice, quindi so quanto il Maestro Tezuka possa lanciarsi in opere dall’alto valore filosofico e di comprensione molto più complessa. Questa è una piacevole prova della sua versatilità e genialità che mi sento di consigliare in maniera specifica a un pubblico giovane e curioso, anche forse come primo approccio all’autore e per tutti coloro che sentono la mancanza della serie animata.
Due parole sull’edizione che è assolutamente pregevole. Buona la carta, traduzione (per quanto io ne possa capire) curata, una sopraccoperta che segue perfettamente la linea editoriale della Osamushi Collection e un’illustrazione differente nella copertina vera e propria. Un rapporto qualità prezzo a mio parere assolutamente buono, sintomo di un evidente impegno e cura editoriale della casa editrice J-Pop nel proporre le opere di Osamu Tezuka che negli ultimi anni vedo un po’ su tutto il catalogo.
Bene, il primo appuntamento con Girls Talk Comics è giunto al termine, io e Aphrodite Urania aspettiamo di leggere i vostri pensieri su Melmo – I bonbon magici di Lilly qui nei commenti al post, su Instagram (seguiteci entrambe), sotto il video di Elisa (che potete trovare qui) o anche nei vostri spazi. Più siamo e più ci confrontiamo, più sarà divertente!
A presto e buone letture!
PS: Mi raccomando non perdete le stories di Aphrodite Urania per tutti gli aggiornamenti live su nuovi appuntamenti, fumetti da leggere ecc.
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Sembra molto bello.
[…] marzo abbiamo parlato di Melmo – I bonbon magici di Lilly di Osamu Tezuka (qui trovate la mia recensione e qui il video di Elisa), a maggio cambiamo completamente genere e zona […]