Sin da bambina l’aspetto che più mi affascinava delle fiabe era la descrizione (o la visione) degli abiti che indossavano le principesse. Elegantissimi, lunghi, maestosi hanno sempre scatenato la mia curiosità. Se una principessa era vestita in maniera differente per me, persona dai profondi valori sin dalla più tenera infanzia, il suo valore scendeva.
Col tempo sono venute fuori tutte le contraddizioni e le gabbie in cui vivevano quelle principesse e anche i loro abiti in parte lo erano. Nonostante i tempi siano cambiati, vengono ancora pubblicate delle fiabe raccontate con sapienza e disegnate con mano abile che riescono a veicolare nuovi messaggi universali di cui la nostra società oggi ha disperato bisogno.
Il fumetto che abbiamo letto io e Elisa questo mese rientra perfettamente in questa categoria. Ed è pieno zeppo di abiti favolosi, alla fine che differenza fa se a indossarli è un principe e non una principessa?

Per il progetto Girls talk Comics, il club di lettura mio e di Aphrodite Urania dedicato ai fumetti, oggi parliamo di Il principe e la sarta di Jen Wang, edito da Bao Publishing al prezzo di 21€.
Questo graphic novel di circa 300 pagine è ambientato nella Parigi della Belle Èpoque e vede protagonisti Sebastian, il principe ereditario del Belgio e la sarta Frances. Frances è colei che ha cucito un abito scandaloso per una giovane dama che ha partecipato al ballo in onore del principe, che sembra cercar moglie. Proprio mentre sta per essere licenziata dalla sartoria in cui lavora, riceve un’offerta inaspettata che cambierà la sua vita e quella del principe stesso, trasformandolo nella meravigliosa Lady Cristallia.
Da qui in poi la storia seguirà dei binari che potranno risultare prevedibili ma che, d’altra parte, sono eseguiti con una maestria fuori dal comune.
Jen Wang si addentra nel mondo del cross dressing, in un universo che rientra a pieno titolo nel mondo LGBTQ+, e lo fa con delicatezza e rispetto dando al tutto una dimensione fiabesca. Mai verrà rivelato l’orientamento sessuale dei personaggi perché ciò che conta in questa storia è l’accettazione di sé e degli altri, mettendo in evidenza che la seconda passa inevitabilmente per la prima. È una storia di sogni e lotte per raggiungerli, di amicizia ed egoismo che la mina ma non riesce a spezzarla, di paure che accumunano gli adolescenti e trascendono il tempo e lo spazio.
Volenti o nolenti il giudizio dei nostri genitori è stato una costante della nostra vita, la paura di deluderli, l’imporsi scelte senza che loro ce lo abbiano mai chiesto. È il tempo che ci regala la consapevolezza della fallibilità dei nostri genitori e il coraggio di fare le proprie scelte a prescindere dal loro pensiero: sta a loro amarci non per ciò che facciamo ma per chi siamo. Gli abiti che decidiamo di indossare non sono importanti, ciò che conta è ben al di sotto della stoffa di una camicia o di un corsetto.
Voglio però dedicare due parole anche alla figura di Frances che, a prima vista, può sembrare la spalla che aiuta Sebastian/Lady Cristallia a emergere, a imporre la sua natura.
Frances ha un sogno e vede questa opportunità come un trampolino di lancio per realizzarlo, soffre quando il segreto che la lega e Sebastian sembra tarparle le ali e ha il coraggio di prendere delle decisioni difficili pur di raggiungerlo. È volitiva, fantasiosa, portata per il suo lavoro e pur non indossando abiti sgargianti riesce a brillare di luce propria. Un plauso va all’autrice che senza troppi giri di parole riesce a mostrare ai lettori la dura realtà della vita di una sarta della Belle Èpoque: orari lavoro massacranti, paga misera e vista compromessa sin dalla giovane età. Mi sembra chiaro che ci sia stato un lavoro di studio della società del tempo molto molto buono, su tutti i fronti.
In definitiva la lettura di Il Principe e la Sarta è stata estremamente piacevole mi ha regalato sorrisi e diversi spunti di riflessione (purtroppo nessuna lacrima, avevo letto di diverse persone che hanno pianto, non rientro nella casistica ma ho un grande cuore di pietra) e che vi consiglio caldamente.
Se volete ragguagli sull’edizione italiana vi rimando al video di Elisa perché io ho letto il graphic novel in inglese (perché sono una che non ha pazienza e l’ho preso diversi mesi fa, incapace di resistere a un’offerta estremamente ghiotta, se non sbaglio ho pagato l’edizione cartonata poco meno di 12 euro) ma, vista dall’esterno, l’edizione italiana sembra molto buona. Se nella vostra estate avete deciso di leggere un solo graphic novel io vi consiglio senza remore questo perché sa convogliare messaggi importanti anche dietro lustrini e colori sgargianti.
L’appuntamento con Girls Talk Comics è giunto al termine, io e Aphrodite Urania aspettiamo di leggere i vostri pensieri su Il Principe e la Sarta qui nei commenti al post, su Instagram (seguiteci entrambe), sotto il video di Elisa (che potete trovare qui) o anche nei vostri spazi. Più siamo e più ci confrontiamo, più sarà divertente!
Girls Talk Comics torna a settembre con una nuova lettura. Seguiteci su Instagram per scoprire per decidere insieme a noi cosa leggere!
A presto e buone letture!
PS: Mi raccomando non perdete le stories di Aphrodite Urania per tutti gli aggiornamenti live su nuovi appuntamenti, fumetti da leggere ecc.
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