A volte servono centinaia di pagine a un lettore per stabilire una connessione con i personaggi di cui sta leggendo, interi volumi di saghe infinite. Altre volte ci si innamora a pagina due di circa duecento.
Questa è la storia di come This is how you lose the time war di Amal El Mothar e Max Gladstone, di futura pubblicazione per Mondadori nella collana Oscar Fantastica, è diventato uno dei miei libri preferiti.

Red e Blue combattono una guerra sanguinaria ed eterna su due fronti opposti: la prima è un’agente dell’Agenzia, la seconda è agli ordini del Giardino. Da sempre le due fazioni si insinuano nella storia dell’universo per modificarla di modo da sovrastare sull’altra parte e portare la Storia verso i binari da loro desiderati. La loro non è una guerra normale, è una guerra del tempo: si viaggia, ci si insinua tra pieghe e anfratti, si modifica il corso degli eventi, si crea un butterfly effect di dimensioni inimmaginabili.
Le due si incontrano sul terreno di battaglia, riconoscono il loro modo di agire e quando Red pensa di aver vinto la battaglia trova una lettera da leggere solo dopo averla bruciata a sottolineare la sua sconfitta. È irridente, intrigante e assolutamente sbagliata. Eppure Red decide di rispondere a Blue, ovviamente a modo suo, e questo cambierà tutto.
Nient’altro si può dire della trama senza fare spoiler e rovinare una storia tanto intensa quanto breve. Sarà evidente per il lettore dove si andrà a parare, dove questa corrispondenza proibita potrà portare le due agenti. È bello però leggere di questa storia che procede per lettere, nascoste nei luoghi e nelle forme più impensabili, un romanzo (per la sua lunghezza in inglese viene classificato come novella) epistolare dal taglio fantascientifico, una storia scritta a quattro mani che sembrano due, armonica e poetica, appassionata e appassionante con una risoluzione che potrà stupire il lettore meno avvezzo ma non chi almeno un po’ bazzica dalle parti della SF (o che ha visto qualche puntata di Doctor Who).
Ancora una volta torno a ripetere che per me non importa solo di cosa si scrive, o tutto sarebbe un plagio del passato, ma anche come lo si scrive e proprio questo aspetto è ciò che fa la differenza.
Almeno per me la fa. In questo caso in maniera evidente.
Come dicevo nell’introduzione mi sono innamorata subito di questo libro e delle sue protagoniste, c’è una sfacciataggine immensa in Blue che ti conquista prima ancora che parli e un mondo dentro Red che si scopre parola dopo parola, e che anche lei non sapeva di avere. È una storia universale e irripetibile, è una storia d’amore, di guerra, perdita, sofferenza, riconquista e vittoria.
Perché come viene ripetuto più e più volte we are going to win, this is how we win…
Eccomi qua, a dire per l’ennesima volta che sono tornata. Non voglio tediarvi con ciò che è stata la mia estate, non mi pare il caso, comunque spero di fare capolino da queste parti sempre più spesso. A presto e buone letture!
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Bella recensione, come sempre 😉
Grazie mille!
Ciao, sai dirmi quando potrebbe essere pubblicato in italiano, ed eventualmente se già si sa, con quale titolo?
Ciao, so che dovrebbe essere pubblicato il prossimo anno ma non ho idea di quale possa essere il titolo. Personalmente potrebbero anche lasciarlo così come è ma visto che stanno traducendo potrebbe essere qualcosa come “Così è come perderai la guerra del tempo”.
Spero di essere stata d’aiuto.
Grazie per la risposta
[…] posso direi di un libro a cui ho dedicato un post che sembra quasi una dichiarazione d’amore in un anno in cui non ho scritto praticamente […]