Dopo lo stop del mese di maggio, dato dal fatto che l’intera industria editoriale italiana fosse ferma è tornato, nel mese di giugno, insieme alle nuove uscite in campo fumettistico il progetto Girls Talk Comics occupandosi di una nuova uscita molto particolare fonte di curiosità e, perché no, di spunti di riflessione Oggi parliamo di Land of the Lustrous di Haruko Ichikawa.
In un momento storico come questo, di cui ancora non riusciamo ad afferrare la grandezza e l’impatto che avrà sulle nostre vite ben oltre il breve termine di questa lunga quarantena è difficile per me dedicarmi a qualcosa che non sia il lavoro o una certa ansia. Il progetto Girls Talk Comics mi dà l’occasione (o, se preferite, mi costringe) a staccare dai pensieri che sono miei fedeli compagni quotidiani per scrivere di un primo volume di una serie magica in tutti i sensi e che ho amato tantissimo sin dai tempi della sua, travagliata, pubblicazione italiana. Oggi parliamo di Il mondo di Ran di Aki Irie.
Il progetto Girls Talk Comics sbarca nel 2020 su una scia di magia mista a nostalgia e come primo appuntamento dell’anno abbiamo deciso di leggere una novità che novità in realtà non è ma che nel mese di gennaio si è riaffacciata sul mercato editoriale italiano ovvero Tokimeki Tonight Ransie la Strega. Cosa ne penso? Lo scoprirete molto presto!
Le tradizioni vanno rispettate e quindi anche nel 2020 ecco il post riguardante le migliori letture dell’anno appena passato. Come sempre il viaggio sarà cronologico e non una classifica (ma sarà molto facile capire quale sia il libro preferito, specie in questo caso). Al solito non si parla solo di libri pubblicati nel 2019 ma di quelli che io ho letto nel corso dello scorso anno e che questi sono solo i miei pareri personali e il fatto che mi siano piaciuti non implica che siano i più belli che potete trovare in giro.
Finito il solito elenco di preamboli inizio a parlare dei libri che è meglio.
Dopo un anno di lunghi silenzi e rare apparizioni ecco il bilancio delle letture del 2019! Sono sicura lo stavate aspettando tutti con ansia (come no). Bando alle ciance e iniziamo.
Negli anni ’70 del XX secolo un gruppo di donne tutte nate nello stesso anno, il 24esimo dell’era Shōwa, si apprestano a modificare per sempre lo shoujo manga. I loro nomi sono stati a lungo ignorati nel panorama manga italiano, sussurrati tra le retrovie, nei thread meno frequentati di forum come lo Shoujo Manga Outline, ma attualmente stanno vivendo in Italia un’epoca d’oro grazie alla casa editrice J-Pop Manga che, a partire dallo scorso anno, si è lanciata nella coraggiosa opera di riproposizione di alcuni tra i gioielli del passato partendo dal padre di tutti i boy’s love ovvero Il Poema del Vento e degli Alberi di Keiko Takemiya.
Ehi sono il logo e sono tornato!
Oggi però l’attenzione è rivolta a Il cuore di Thomas (Tōma no Shinzō トーマの心臓) shoujo manga del 1974 pubblicato da J-Pop manga in un’edizione di pregevole fattura, con un grande formato, con pagine a colori e con un rapporto qualità prezzo ottimo (si parla di 15€ per circa 500 pagine di storia).
Ci troviamo in Germania a metà del XX secolo, a quanto ci fa sapere l’autrice, in un collegio maschile per ragazzi di buona famiglia. La storia si apre con la morte di Thomas che decide di porre fine alla sua esistenza alla fine dell’inverno gettandosi nel vuoto da un cavalcavia donando il suo cuore a Juli. MA chi è Juli? È il vero protagonista della storia, erede del cuore e delle ali di Thomas che, innamorato di lui, ha deciso di donarli al suo amato perché a Juli sono stati strappati. E lo informa con una lettera che gli fa recapitare. Juli aiutato dal suo compagno di stanza Oscar cerca di affrontare il senso di colpa per la morte di questo ragazzo che aveva rifiutato e sembra riuscirci fino a che non fa la sua comparsa al collegio Eric, il suo aspetto ricorda in maniera impressionante Thomas e innesca una storia tormentata e romantica, delicata e dura che porterà alla luce i segreti di ognuno dei nostri protagonisti.
Essendo un volume unico mi pare di aver detto fin troppo, sappiate che la Hagio, con uno stile completamente diverso dalla Takemiya va ad affrontare dell’amore tra adolescenti, dei sui tormenti e dei suoi risolti con un gusto per il dramma e il melodramma tipico degli anni ’70. La storia appassiona e incuriosisce e mette in mostra personaggi con caratteri completamente diversi tra loro. Salvo poche eccezioni, probabilmente dovute a correzioni in corso d’opera, ogni personaggio che si affaccia nella storia è ben caratterizzato, ha un suo ruolo e una sua profondità. Julesmole è il protagonista assoluto della vicenda eppure ci si affeziona a chi lo circonda e si vuole scoprire che segreti e traumi nascondano (è una storia che pullula di circostanze nascoste) e se e in che modo potranno affrontarli ed eventualmente superarli.
I temi principali di quest’opera sono due: l’amore tra ragazzi presentato in maniera assolutamente candida e con uno spirito di accettazione a tratti anacronistico e irreale e il trauma. Ogni tanto a spezzare il ritmo e la drammaticità della storia compare qualche gag comica che non sempre è totalmente riuscita. La vita di ogni personaggio è costellata da sofferenze e traumi più o meno profondi che vanno a sovrapporsi uno sull’altro fino a creare dei personaggi complessi di cui a volte non capiamo le scelte. La risoluzione di un trauma è però talmente personale che non siamo in grado di giudicare chi ha compiuto tale scelta. Anche sul finale si può rimanere interdetti per la strada che alcuni dei personaggi prendono ma se per loro è la via per la salvezza, per la pace interiore non possiamo far altro che accettare il destino che la maestra Hagio ha donato a Julesmole, Oscar, Eric e tutti gli altri. Anche se avrei gestito il suo arco in maniera differente credo che sia Oscar il personaggio che esce meno a pezzi dalla storia, colui che guadagna invece di perdere, che non deve sacrificare per ottenere e forse è giusto che sia capitato a lui e non a Julesmole che porta con sé ferite più fresche e visibili e che, probabilmente è più solo di chi lo circonda.
A leggere con attenzione si potranno notare qua e là errori temporali, geografici o del latino a opera dell’autrice che l’editore ha deciso di mantenere inalterati per mostrare l’opera come era stata concepita dall’autrice e, a mio parere personale, questo è un grande pregio. Nella narrativa manga è pieno di imprecisioni frutto di una conoscenza solo parziale della nostra cultura e non so quanto sia giusto nasconderli. Oltretutto l’incertezza dell’ambientazione della storia rende l’atmosfera molto più affascinante: se non si seguono le indicazioni sembra proprio di trovarsi a cavallo tra ottocento e novecento con le prime automobili, una moda maschile non certo degli anni ’50 del ventesimo secolo e mezzi di comunicazione ridotti. Eppure questo che oggettivamente può sembrare un errore, durante la lettura non crea alcun problema.
L’appuntamento con Girls Talk Comics è giunto al termine, io e Aphrodite Urania aspettiamo di leggere i vostri pensieri su Il cuore di Thomas qui nei commenti al post, su Instagram, sotto il video di Elisa (che potete trovare qui) o anche nei vostri spazi e sul nuovo nato ovvero il gruppo Telegram. Più siamo più potremmo confrontare le nostre opinioni! Girls Talk Comics torna a gennaio con tantissime novità. Seguiteci su Instagram per decidere con noi la prossima lettura (e se volete avere ancora più voce in capitolo, il gruppo Telegram è ciò che fa per voi)
A presto e buone letture!
PS: Mi raccomando non perdete le stories di Aphrodite Urania per tutti gli aggiornamenti live su nuovi appuntamenti, fumetti da leggere ecc.
Al solito vi lascio il piccolo disclaimer: i link che trovate sui libri sono quelli del mio account di affiliazione ad Amazon. Se volete supportare il blog potete fare un click sui link e comprare attraverso gli stessi. Voi non pagherete un centesimo in più e aiuterete questo spazio ad andare avanti. Grazie! (anche se non li userete mai, ma siete solo passati da queste parti).
Buona domenica! Dopo un mese di pausa torna l’appuntamento con il Girls talk Comics, il club di lettura dedicato al fumetto in tutte le sue declinazioni creato da me e da Elisa di AphroditeUrania (che trovate su YouTube).
Dalle nebbie del tempo (e stranamente della Sardegna) riemergo per parlarvi di un nuovo progetto, nato da una chiacchierata su Instagram e che parla di fumetti. In parole povere si tratta di un club di lettura bimestrale dedicato esclusivamente al fumetto.
Il titolo? Girls talk comics (Anche se, tecnicamente, non ho più l’età per essere definita girl) perché le ideatrici siamo io e Aphorditeurania (che potete trovare su YouTube e su Instagram e parla di fumetti, specie di quelli non mainstream).
Volete sapere come funziona? Ve lo dico subito.
Il logo del club di lettura, a opera mia. Prima l’avevo disegnato a mano (sì perché una volta avevo iniziato dei post che si intitolavano me vs handlettering) poi ho pensato che sarebbe stato meglio farlo tramite pc. Saggia decisione.
Buon venerdì. Anche nel 2019 torna l’appuntamento con la rubrica del venerdì 5 cose che* anche se, metto le mani avanti sin da ora, non quanto riuscirò a essere puntuale/ rispondere a tutti gli argomenti.
Ci tenevo comunque a partecipare al primo appuntamento dell’anno che serve anche a fare un po’ i conti con le mie fantasiose TBR mentali che, per un motivo o per l’altro, non ho chiaramente rispettato.
Senza ulteriore indugio vediamo quindi quali sono i cinque libri che avrei voluto leggere lo scorso anno e che, invece, non ho letto (in realtà forse in questa categoria rientrano più di cinque libri ma è meglio restringere il campo).
Iniziamo l’anno con i libri migliori da me letti nel 2018; ancora una volta questa non sarà una classifica perché non saprei scegliere (specie tra due titoli) bensì un elenco in ordine cronologico. Come al solito non si parla solo di libri pubblicati nel 2018 ma che io ho letto nel corso dello scorso anno e che questi sono solo i miei pareri personali inoltre, per questa volta, non leggerete una top 10 perché lo scorso anno i libri preferiti sono stati solo sette.
Dopo questa serie infinita di premesse direi che possiamo iniziare.